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Channel Zero: Candle Cove. Violenza genera violenza

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Cosa accade quando un ragazzino di appena 11 anni viene bullizzato dai suoi coetanei?

Mike Painter, psicologo infantile, dopo circa 30 anni ritorna nella sua città natale per investigare sulla morte di suo fratello gemello Eddie, e altri quattro bambini, avvenuto verso la fine degli anni 80. Dopo una serie di indagini, tutto ricondurrebbe a un programma televisivo, Candle Cove, trasmesso su un canale fantasma. Il programma andava in onda proprio nel periodo in cui si verificarono gli assassinii dei bambini e terminò con la presunta morte di Eddie. Quando Mike ritorna a casa, stranamente, il programma ricompare in televisione e si verificano nuovi omicidi.

La serie, trasmessa da SyFy e creata da Max Landis, è divisa in due parti con due temi differenti. La prima parte, Candle Cove, consta di sei episodi andati in onda dall’11 ottobre, la seconda parte, The No-End House, andrà in onda nel 2017.

La serie è un horror psicologico, basato sul racconto di Kris Straub, che indaga su quanto può essere potente la sete di vendetta quando si è vessati dai bulli. Eddie è un ragazzino che vuole inserirsi in un gruppo di ragazzi che però glielo impedisce attraverso atti di violenza. Il dolore fisico e morale di Eddie è così forte che il suo inconscio lo porta a fare cose mostruose. La violenza genera violenza e questo ne è un esempio. Niente e nessuno può perdonare quello che Eddie ha fatto, ma neanche i ragazzi che lo hanno spinto a commettere certi crimini sono da perdonare. Si è innescato un circolo vizioso che va fermato affinchè torni la pace in città e si possa vivere tranquilli e senza paura. A prima vista, la serie può sembrare confusionaria, senza senso e senza un finale che spieghi come stanno veramente le cose, ma dopo una visione attenta, tutti i pezzi del puzzle si possono mettere in ordine e dare un senso al no-sense.

Vorrei dirvi tante cose su questa serie, ma se continuo spoilero e io sono fedele all’ undicesimo comandamento: NON SPOILERARE!

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